I fratelli Gimigliano


Totò e Franco Gimigliano erano due fratelli costretti a stare su una sedia a rotelle. Sono morti giovani e per tanti è stato un dolore, perché quei ragazzi avevano fatto parte della vita di molti. Totò, il maggiore, dal viso estremamente bello, era intelligente, sensibile, affettuoso; Franco, meno complesso e più semplice, era, però, come l’altra metà necessaria di un mondo incantato. La loro casa era il ritrovo dei numerosi amici e andare da Totò e Franco era un bisogno ed un’abitudine piacevole della nostra giovinezza, per tanti di noi negli anni  ’70. Là si discuteva di comunismo, di un rivolgimento sociale visto come imminente, di canzoni, di Guccini, Lolli, si giocava a scacchi e soprattutto a dama, si rideva, si sognava, si era innocenti e felici. Se ne sono andati troppo presto, per noi che li amavamo, e con loro le nostre giovinezze. Se si chiudono gli occhi si rivedono, però, due carrozzelle per il paese, a Spilo, ed accanto uno stuolo di giovani che vivevano assieme, dibattevano appassionatamente, scherzavano, stavano bene fra loro. Non so se quella fosse un’altra Cortale, cortese e migliore, e cerco di evitare le nostalgie, perché penso che bisogna guardare con interesse al tempo in cui si vive, ma mi piace ricordare quel tratto gentile di un paese che ha avuto la fortuna di vivere con gioia insieme a due ragazzi non molto fortunati, ma che hanno tanto amato e sono stati tanto amati.

©Margherita Faga

5 pensieri su “I fratelli Gimigliano

  1. I fratelli Gimigliano e i loro ideali sono stati traditi da molti di coloro che affollavano l’appartamento in quella Cortale piena d’entusiasmo. Questi estremisit parolai hanno preferito ritrarsi nel “particulare”, come novelli antesignani del motto del (dis)on.le Razzi, così efficacemente ritratto da Crozza.

    "Mi piace"

Lascia un commento