Armonia eolica



Il rumore delle turbine eoliche presso la contrada Fossa del Lupo, sul confine dei territori comunali di Cortale, Jacurso, Cenadi e Polia, tra le provincie di Catanzaro e Vibo Valentia.

4 pensieri su “Armonia eolica

  1. EOLICO E MALAFFARE
    Un’altra intervista esclusiva del Professor Salvatore Tolone Azzariti rilasciata al Democratico.com. Il quarantenne professore di Diritto Civile presso la Federico II di Napoli, già minacciato dalla ‘Ndrangheta, parla e svela (quasi) tutti i segreti sullo sfruttamento dell’eolico in Calabria. Cominciamo a partire dal punto a cui sono giunte le indagini oggi. Data l’ampiezza delle dichiarazioni del Professor Tolone l’intervista sarà pubblicata in quattro puntate.

    Procura di Catanzaro: c’è stata una svolta nelle indagini? E’ cambiato qualcosa?

    Devo cominciare già chiedendole scusa per le tante cose che non potrò riferirle e per le volte in cui dovrò glissare, ancor più che nel nostro primo incontro.

    Cambiamenti nella Procura di Catanzaro: niente di sorprendente. E se c’è qualche novità non è senza una qualche, pur rispettosa, perplessità.

    Però la svolta, qualora anche fosse in incubazione o imminente, non può provenire certo dalla Procura di Catanzaro ma da altre Procure competenti.

    Quali?

    Secondo normale competenza la Procura di Salerno. Ovviamente la natura del sodalizio criminale in discussione evoca la competenza della Direzione Nazionale Antimafia.

    Perché questi due organismi?

    Ancor più dopo recenti acquisizioni informative, l’attività di cui è stata protagonista la Procura della Repubblica di Catanzaro non può che essere letta in relazione al più ampio sodalizio che è stato ed è all’opera sul Parco Eolico di Girifalco. E non solo sul Parco Eolico di Girifalco.

    Solo così possono evidenziarsi quelle che appaiono essere le coerenze strutturali fra i soggetti interni alla Procura di Catanzaro lungo tutta la vicenda e le coordinazioni funzionali fra le loro attività e quelle del sodalizio criminale.

    Ma è noto che ci siano novità dalla Procura di Catanzaro per quanto riguarda il Parco Eolico.

    Ai fatti le notizie note relative all’attività della Procura vanno in due direzioni.

    Una è l’istanza di sequestro dell’intero Parco, depositata ed in attesa di decisione presso il GIP.

    Un’altra emerge da uno “scoop“ (qualora non involontario ballon d’essai, per quanto studiato e nel caso non troppo raffinato) del Quotidiano della Calabria, e la assumo dunque con tutte le dovute, normalmente rispettose, riserve del caso: un collaboratore di giustizia avrebbe rivelato che lo sviluppatore del Parco Eolico di Girifalco, l’ill.mo sig. Montorsi, sarebbe stato vittima di tentata estorsione, aggravata dal metodo mafioso, da parte di Giovanni Bruno, reputato il capo della ‘ndrina di Vallefiorita fino alla sua uccisione occorsa a metà maggio di quest’anno.

    L’episodio criminoso risalirebbe invece al maggio 2009, avviene grazie ad un incontro nelle campagne fra Girifalco e Vallefiorita, 2.000 euro sarebbe la somma richiesta a titolo d’estorsione, davvero non esorbitante…

    Evidente che lei nutre delle riserve. Di che genere e perché?

    Non posso avere “riserve” su carte sconosciute. Sinceramente, sono solo in attesa.

    Della richiesta di sequestro del Parco Eolico avanzata dalla Procura sarà certo importante, poi e solo poi, conoscere la connessione qualitativa rispetto alla perizia di consulenza prodotta da un ingegnere di Catanzaro, per conto della Procura stessa, a seguito di un precedente sequestro di una torre del Parco, nell’autunno/inverno 2009.

    C’è un dovuto riserbo verso le competenze che ho menzionato sopra, non le posso dire di più.

    Lo stesso quanto all’ipotesi del Montorsi vittima di tentata estorsione, pur con tutte le cautele concernenti la genuinità della notizia di stampa e la sua conformità all’ipotesi che sta valutando la Procura di Catanzaro.

    Diciamo che c’è molta, davvero molta materia d’analisi, di cui parte è sicuramente già accessibile alla Procura stessa.

    Per dare un’idea, in base alle notizie di stampa e solo in base ad esse, qualche curiosità: un’estorsione avvenuta presso il domicilio dell’estorsore, più o meno? Per appuntamento o si sono trovati lì per puro caso, magari praticando bird-listening? Si conoscevano già i protagonisti ed a che titolo, ed allora il rendez vous campestre ha avuto natura e ordine del giorno più ampi? Si sta procedendo contro il defunto Giovanni Bruno o contro l’autista che parrebbe averlo solamente accompagnato, ignaro delle finalità, sul luogo dell’incontro? Come si è pervenuti alla fonte informativa di questa notizia?

    Spesso la stampa scrive cose che poi i fatti smentiscono. In generale o nei dettagli.

    Questo rimanendo all’ipotesi riportata dalla stampa.

    Non ho altre informazioni sull’ipotesi investigativa.

    E cosa dice del fatto in sé?

    Ovviamente solo i protagonisti dell’incontro possono riferirne i contenuti, magari a memoria, se non ne sono traditi. Salvo che non abbiano preso appunti una volta allontanatisi dal luogo. E fatte salve ovviamente quelle curiose pratiche naturalistiche cui accennavo sopra, per puro caso impiegate in un colloquio inatteso. Si immagini: un uomo abituato a girare per palazzi, ad incontrare persone avendo colloqui interessanti, come il Montorsi, con l’abitudine di crearsi videoteche e fonoteche su di essi, non di tipo naturalistico. Immagini che fonoteca interessante!

    Abbottonato. Cosa intende?

    Facciamo operare la Procura di Catanzaro prima, pur con tutte le riserve sulla effettiva competenza di questo Ufficio. Si sta procedendo per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Mi scusi, sul punto può bastare.

    Ma cosa ci sarebbe sotto? Perché le riserve?

    Ripeto, la “riserva” preventiva alla conoscenza sarebbe sciocca. E poi guardi che il punto di osservazione dell’attività della Procura di Catanzaro non è tanto, detto in estrema sintesi, un parco eolico che è in se stesso un trattato di criminologia e che si voleva far realizzare impunemente con danni gravissimi per la salute dei cittadini.

    Ah no? E qual è il punto d’osservazione?

    Non sto escludendo, ma ampliando il campo problematico. È evidente che quello che l’informazione ha riportato (fino ad ora) riguarda i crimini commessi da questo sodalizio politico-amministrativo–ndranghetistico nel campo strutturale della vicenda criminosa del parco: le mappe false, le bombe e gli incendi a mezzo ‘ndrine per intimidirmi, le invasioni ed i danneggiamenti sistematici dei miei terreni con analoga finalità, gli atti amministrativi farlocchi, la Procura di Catanzaro… cose gravissime, ma di connotazione strutturale per la realizzazione dell’operazione parco eolico.

    E non basta?

    Non lo stabiliamo noi. Ogni sodalizio è quello che fa, ha fatto ed ha intenzione di fare, senza limiti; non è come la vogliamo disegnare, direbbe Jessica Rabbit, dal di fuori.

    Il parco eolico a sua volta potrebbe avere un ruolo si terminale ma anche funzionale.

    E l’ipotesi funzionale convive con le gravità già oramai rilevabili, e peraltro evidenziati solo in parte, sul piano strutturale.

    Ed il “punto di osservazione” dell’attività della Procura di Catanzaro?

    La prego di non rimanere legato alla formula, volevo solo dire che l’attività di questo Ufficio non è da scrutinarsi solo – ripeto, solo ed esclusivamente – in funzione, in sé e per sé, di quanto l’informazione ha riportato fino ad ora circa il Parco eolico di Girifalco ed i crimini, appunto, “strutturali”.

    C’è sotto di più?

    Moltissimo. Ha tempo?

    Sono qui per questo…

    Amplio il campo dei dati, spero lei riesca a seguirmi, l’excursus è necessario oltre che per la collocazione dei dati delittuosi anche per comprenderne lo scenario – per così dire – criminologico.

    Pur collocando a maggio 2009 questo country meeting di cui allo “scoop”, siamo a poco tempo dopo l’ennesimo avvertimento mafioso ai miei danni (un incendio di un trattore sotto casa mia), occorso a fine marzo 2009.

    Con la perizia sulle mappe (che loro dicono essere false per un errore di digitalizzazione, insomma tutta colpa della falangetta dell’ingegnere che digitando scala 1:2000, al posto del primo 0 va a collocarsi, giusto giusto sul 5, quindi 1:2500, richiesto dalla legge per le distanze dalle case…) che io avevo poco tempo prima (dicembre/gennaio) depositato al TAR si era rivelata nella sua ampiezza e profondità l’attività scientifica operata dall’ingegnere Siniscalco sulle mappe del piano d’esproprio, e quindi l’ennesimo elemento di nullità dell’intero procedimento autorizzatorio.

    Non solo la questione della scala falsa sulle mappe, ma anche gli immobili scomparsi per un numero di circa 90 e l’invasione del territorio di Comuni limitrofi.

    Questi Comuni non avevano preso parte alla Conferenza dei Servizi prodromica all’Autorizzazione Unica che battezza, l’8 agosto 2007, la nascita del parco, che quindi è atto nullo e con essa anche l’intero procedimento e la stessa Autorizzazione Unica.

    Per le bande del vento è un terremoto. Due mesi dopo subirò l’avvertimento mafioso di cui le ho detto.

    Più in generale siamo in una fase di avvenuto “cambio della guardia” nell’Amministrazione di Girifalco, ed è in via di espletamento anche il “cambio della guardia” delle truppe di ‘ndrine con “competenza territoriale” su Girifalco.

    Nell’Amministrazione, la decennale ditta reggente, la ditta “mappe false”, non era riuscita a perpetuarsi. Nei piani il candidato a sindaco (aprile 2008) Siniscalco Maurizio, fratello maggiore dell’autore delle mappe, per ordine del loro capo della Provincia di Catanzaro (sempre la Provincia!) doveva succedere a Deonofrio Mario, che compiva il suo secondo mandato.

    Era il sindaco uscente che a marzo 2008, un mese prima delle elezioni simultanee per la Provincia ed il Comune, era sgattaiolato a fronte delle Osservazioni sulla falsità delle mappe, al momento dell’approvazione della Variante sul Parco Eolico.

    Dunque defilandosi rimanda ai posteri l’arduo provvedimento (approvare la Variante e rispondere alle Osservazioni) e si candida con esito favorevole alla Provincia di Catanzaro (sempre la Provincia!), unendosi alla neo-eletta presidentessa che riferisce al suo stesso capo, sebbene apparendo egli formalmente all’opposizione (sempre la Provincia!): è a tutt’oggi titolare di qualcosa che ha a che fare con la Legalità.

    E non rida, non è ironia.

    Il designato dalla ditta, Siniscalco Maurizio, intraprende il percorso inverso: assessore provinciale uscente alla Pubblica Istruzione (sempre la Provincia!), si candida per succedere a Sindaco ma è trombato sonoramente alle elezioni di aprile 2008, con lui in lista la prestigiosa ed acuminata ex assessora al bilancio di Deonofrio, Signorelli.

    L’ex assessore comunale Eugenio Tedesco, trombato anch’egli alle elezioni per la Provincia (sempre la Provincia!), stava per dedicarsi alla terza età (degli altri) a tempo pieno e, in verità, molto rapido: il repentino completamento del suo immobile destinato ad ospizio.

    Quindi si insedia la nuova ditta, denominazione “scala falsa ma distanze rispettate”, partendo da un punto di forza: ha in suo potere l’approvazione della Variante.

    Ed è questo raggio di influenze che, precipuamente, pare degno di attenzione in controluce all’attività investigativa concernente il brunch Montorsi/Bruno.

    Sempre qualora la competenza fosse della Procura di Catanzaro.

    La nuova ditta e la maggioranza al Consiglio Comunale (con essa storici difensori locali dei poveri e degli oppressi, strenui difensori della legalità) rispondono ad altra direttrice gerarchica della – chiamiamola così – “catena alimentare” calabrese: il dominus è un vassallo dalle note connessioni e direttamente rispondente, a quel tempo, ad un politico apicale della Calabria, per altri versi coinvolto pesantemente di suo in indagini per tangenti sull’eolico.

    Questa ditta aveva come sindaco il ragioniere Rocco Signorello (il protagonista della performance televisiva “maliziosa” ad Ambiente Italia) che, fra i primi atti, proroga come capo ufficio tecnico un personaggio dalla nota disinvoltura nell’esercizio dei poteri che gli competono: suo cognato, geometra Signorelli Rocco (la fantasia si limita alla vocale finale), dando al Montorsi il primo supporto, più etereo che eolico.

    L’approvazione della Variante non fu immediata, c’erano voluti tempo e argomenti sicuramente convincenti, da aprile ad ottobre 2008: discutendo di cosa? La svolta del “convincimento” arriva comunque a fine luglio. Ma dovendo approvare la Variante disertata dal fuggitivo Deonofrio Mario la nuova ditta aveva dato luogo ad un altro, ennesimo show circense con la risposta alle Osservazioni alla Variante: sulla base di una perizia del geom. Signorelli si afferma “Vero che la scala delle mappe è falsa, ma la distanza dalle case stabilmente abitate è comunque rispettata. Quindi approviamo la Variante, ma tanto per darci un tono facciamo il beau geste e trasmettiamo gli atti alla Procura della Repubblica”.

    Comincia a comprendere? Ottobre 2008, di nuovo la Procura della Repubblica di Catanzaro (minimo per la terza volta) viene investita formalmente della questione delle mappe false, con aggiunta un ennesimo documento la cui connotazione ideologica è facilmente smentibile.

    Aggiungendosi alla falsificazione della scala.

    Il contenuto ideologico della perizia risulterà infatti mendace in re ipsa, la distanza anche da case di residenza – prime case – non è rispettata; peraltro il geometra-cognato Signorelli non rilevava la desertificazione degli immobili prodotta sulle mappe dai Siniscalco, non una parola sul tema: la falangetta della “digitalizzazione” era finita negli occhi del tecnico comunale.

    La perizia che deposito due mesi dopo, quando il caravanserraglio al completo – Comune, Provincia sempre la Provincia!, Regione e toghe al guinzaglio– progettava come elaborare el tacon per il buso (absit iniuria verbis) del solo ed esclusivo elemento che io avevo rilevato pubblicamente, la scala falsa delle mappe di Siniscalco, evidenzia lo stato di fatto sul piano tecnico, per lineamenti e contenuti macroscopici, formalizzando quel che del resto sul terreno si vedeva ad occhio nudo: case scomparse e distanze violate dalle case abitate, ma con ciò chiamando pienamente e radicalmente in causa anche la nuova ditta “scala falsa ma distanze rispettate” insediatasi al Comune.

    Dunque le “riserve” hanno molte subordinate ipotetiche; alcune delle quali, molto attuali, non vorrei mai – veramente – si rivelassero fondate. Le mantengo latenti ed attendo.

    Ripeto, rimaniamo per ora al “tentativo di estorsione aggravata dal metodo mafioso”, alla vittima Montorsi ed alla mancanza di supporti audio.video che abbiano potuto riprendere quei momenti. Comprenda che questo è quel poco che posso dirle, peraltro è noto a tutti. Aspettiamo.

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  2. L’intervista era stata indicata sul blog tra le mie letture sull’argomento. Ringrazio comunque chi l’ha riproposta, invitando a curiosare nella sezione ” LETTO IN RETE ” : sull’eolico a Girifalco può trovarsi anche qualche considerazione solo apparentemente secondaria, come quella relativa alla migrazione dei rapaci.

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  3. LA LOTTA CONTINUA…
    Eolico, ‘ndrangheta e politica/ Tolone continua a spiegare (Intervista esclusiva Part 2)
    di Lorenzo Castellani.

    “Continua l’intervista al Professor Salvatore Tolone, entriamo ora nel vivo della vicenda del Parco Eolico e dei delicati rapporti sulla gestione del potere politico, giudiziario ed economico in Calabria.”

    Ma il “punto di osservazione”? Ha a che fare con la risonanza e gli effetti a seguito della puntata di Report?

    Ci arriviamo per gradi. La risonanza come può comprendere, posta una trasmissione molto seguita come Report, è stata elevata. La possibilità di rendere al grande pubblico questa vicenda vergognosa quanto criminale, e l’impasto di elementi che la connota: toghe e ‘ndrine a braccetto, energia pulita e parlamentari sudici, mappe catastali da far rimpiangere il Totò che vende la Fontana di Trevi.

    Vi ripeto: Calabria, Italia, Europa, Occidente, anno 2010 d.C., eppure ingegneri fantozziani con pretese di furbizia e quasi comici se non fosse che bruciano santini su Osso, Mastrosso e Carcagnosso essendo già molto al di là della “semplice” prostituzione alle ‘ndrine. Colletti bianchi ma unti.

    Immagini il contrasto: mentalità discese dal mesozoico della cleptocrazia calabrese che fagocitano il capitolo moderno par excellence, le energie alternative!

    Le funzioni giurisdizionali piegate maldestramente alle strategie del delitto, i poteri pubblici esercitati per guadagni privati, dal deputato (per quanto ad alfabetizzazione limitata) fino all’ultimo dei clientes “postizzato” in qualche ufficio economato del Comune.

    Si guarda la realtà e si vede che un’intera parte della Repubblica è oramai “andata”, consegnata al crimine, come in certe aree di alcuni paesi sudamericani occupate da un contro-potere armato ed antagonista allo Stato.

    Le Leggi della Repubblica solo a volte ed solo in parte riescono a penetrare questa area detta Calabria.

    Una situazione tanto drammatica?

    Non penso di drammatizzare. Veramente vorrei versare in un errore ontologico, veramente vorrei sbagliarmi.

    E sugli effetti della trasmissione della vicenda a Report?

    Quanto agli effetti, per quanto riguarda l’azione penale che stiamo conducendo, sono stati molto rilevanti, ma sul piano indiretto, cogliendoli sul piano delle unintended consequences tanto care alla scuola austro-scozzese del diritto e dell’economia.

    Dopo questa parte degli aspetti strutturali, che sono appunto solo una parte di essi, come le dicevo, possiamo tentare di lumeggiare alcuni aspetti funzionali del tessuto criminale connesso a questo Parco Eolico, e dunque provare a fissare una sezione di scrutinio (tra tante) rispetto al sodalizio in tutte le sue componenti, anche togate.

    Mi spiego meglio. Come riportato da Report, il timbro sulle mappe catastali false è del Siniscalco Loris, ultimogenito di tre fratelli, ma era noto in paese che le mappe erano creazione del fratello secondogenito, Siniscalco Floriano. Costui è ingegnere, funzionario presso la Provincia di Catanzaro (sempre la Provincia!); vi ascese, consolidando legami affettivi ed effettivi già sviluppati, in casuale concomitanza con la presenza politica nell’Ente del primogenito dei fratelli Siniscalco, Maurizio. Questi fu fortemente voluto dal Presidente di quel tempo, posto il noto, inestimabile contributo culturale che poteva fornire come assessore alla Pubblica Istruzione (sempre la Provincia!).

    Prima di fornire in questa sede il suo prezioso, indefesso contributo al progresso della Calabria, lo stesso Siniscalco Floriano era stato “incaricato” per lunghi anni come Capo dell’Ufficio Tecnico del Comune di Girifalco, in casuale concomitanza con l’assessorato ai Lavori Pubblici ricoperto da colui che di lì a poco sarebbe divenuto suo suocero, anche all’anagrafe.

    Fu nominato dal citato sindaco Deonofrio Mario, cui si affiancò negli anni in una serie di opere pubbliche indispensabili per l’arricchimento e l’avanzamento del paese e del circondario. In molte sue componenti. Entrambi partecipi della medesima “ditta”, se le piace il termine che ho adottato prima, tutti gravitanti attorno al medesimo capo, che ora serve la Repubblica presso la Camera dei Deputati.

    Il 18 aprile 2007, manifestazione aperta al pubblico di presentazione del meraviglioso Parco Eolico alla vigilia della citata Conferenza dei Servizi, il Montorsi assegna al Siniscalco Floriano il 18% di un non meglio precisato “merito” per il compimento del grandioso piano dell’eolico a Girifalco.

    Ma lei cercherebbe invano la firma del Siniscalco Floriano sulle diverse carte: non compare mai. E non poteva.

    Dopo il servizio di Report, il Siniscalco Floriano, funzionario della Provincia (slP!) ha però assunto l’iniziativa a mezzo stampa locale, accorsa coi taccuini al suono del campanello: ha esonerato il fratello Loris, come mero portatore di timbro professionale alle opere civili (“Il progetto è stato redatto, nei suoi molteplici elaborati, da numerosi professionisti coordinati, per la parte “opere civili”, dal sottoscritto nella qualità di consulente. In tale gruppo di professionisti è presente, per la sola parte relativa alle opere civili, l’ing. Loris Siniscalco”).

    Improperi – peraltro attesi e comprensibili– nei miei confronti (contestando il mio appellativo di “professore”, volendo precisare, mi chiama “avvocato”… non ho dormito la notte, specie immaginandolo assunto nel Consiglio della mia Facoltà a discutere di titoli accademici con quell’italiano medio-elementare! ride).

    Difesa bislacca ed autolesionista del piano dell’eolico e persino delle mappe false: la falangetta maldestra!

    Ma era comprensibile, non poteva oggettivamente fare di più.

    Avendo egli peggiorato la sua posizione e quella di altri, se possibile, su questo specifico punto non le dico di più.

    E quali sono gli effetti “indiretti” ed il “punto di osservazione”?

    Ci arrivo, ma i “punti di osservazione”, se proprio li vuole qualificare così, sono più di uno, qui concordiamo che le parlo di uno ed uno solamente. Nella prospettiva funzionale.

    Dunque, ovviamente agli occhi dell’azione penale si scopre l’acqua calda, vedendo emergere e galleggiare il noto Floriano Siniscalco.

    Già ci si potrebbe chiedere come mai un funzionario impiegato presso un Ente (sempre la Provincia!) che esercita controllo di regolarità e legittimità di un parco eolico, riceva incarichi di “consulente” (a gratis?) da colui che apparentemente è il dominus del Parco, cioè il Montorsi, il quale assume anche il fratello portatore di timbro.

    Provincia di Catanzaro (slP!) presso cui, come vi dicevo, prestava al tempo la sua impareggiabile opera di assessore il membro giuridico della famiglia, l’avv. Maurizio.

    Questa ed altre questioni analoghe che si attraggono dalla comparsa ufficiale del Floriano Siniscalco; incidentalmente: le Osservazioni depositate da me e dall’ing. De’ Stefani il 30 aprile 2007, prima dell’Autorizzazione Unica, presso la Provincia (sempre la Provincia!), dove si dichiarava che le mappe sono false, e poi scomparse misteriosamente e senza lasciar traccia…

    Ma sebbene gravi evidenze, nel panorama in discussione queste sono inezie, c’è di più. Molto.

    La cosa di precipua rilevanza è che nell’attaccarmi S. F., abbia alluso al mio interesse leso dal posizionamento di una torre su un terreno adiacente, che “lambisce” una mia proprietà, chiaramente riferendosi alla torre C2, l’unica che abbia queste caratteristiche.

    Sostanzialmente: “Tolone fa baccano inutile attorno alla mia falangetta distratta che fa un errore come tanti – un 5 al posto dello 0, ed op-là la scala diventa, giusto giusto, 1:2500-, ma lo fa perché quella torre, la C2, lede un suo interesse, non per la gloria della Patria”.

    Quindi ho riflettuto: ho più terreni danneggiati dall’apposizione del parco eolico, ed è ovviamente la legge a fissare un “interesse” al piano di esproprio come presupposto perché i cittadini possano legittimamente partecipare con le Osservazioni al procedimento.

    Io non posso, ad esempio, oppormi in un procedimento al peggior piano criminale, nel quale abbia contezza che una ‘ndrina calabro-albanese, con procuratore a guinzaglio e legata a papponi della politica, voglia realizzare con qualche esproprio (poniamo) a Cosenza o a Crotone o a Viterbo: non avendo in quei luoghi terreni sottoposti ad esproprio io non ho titolo per farlo (lo voglia o meno), non ho “interessi” oppositivi all’esproprio in questione.

    Non rappresento enti collettivi che si occupino di ambiente o territorio. Sono solo titolare del legittimo interesse legato alla mia posizione di proprietario in quanto cittadino espropriando.

    Ma a Girifalco le “sezioni” di quest’esproprio che riguardano le mie proprietà a causa dell’eolico sono sette in totale. E fra esse non c’è connessione diretta alla torre C2, che appunto ricade su terreno confinante “lambendo” il mio, mi causa l’esposizione ad esproprio per la realizzazione di cavidotti, ma niente altro.

    Tranne quel che “vede”, come sto per spiegarle, il lungimirante ing. S. F.: l’area di interdizione edilizia.

    La torre A5, ad esempio, doveva essere posizionata in parte su un altro mio terreno; ora l’hanno spostata (la solerte Procura di Catanzaro, specie a mezzo dell’ingegnere-consulente di cui le dicevo prima, l’avrà sicuramente constatato).

    Un’altra torre, sempre sottoparco A, genera un pari vincolo negativo allo sviluppo del mio terreno.

    Miei terreni dovevano essere espropriati per realizzare le condutture dei cavi dell’elettricità, i cavidotti appunto.

    Più in generale, come chiunque può capire se non è scemo (ecco!) un intero parco eolico collocato fra le case e su terreni attaccati al paese anziché in aree dismesse come recita la legge, genera questi interessi legittimi ed oppositivi dei cittadini, la cui legittimità non è rimessa alla Provincia di Catanzaro o ai relativi capi-papponi ma sancita dalle leggi della Repubblica Italiana.

    Fino ad ora i latrati dei “cani da mandria” locali, di proprietà della Brulli e delle ditte susseguitesi al Comune, lasciati scorazzare su Internet, avevano sempre alluso, ma genericamente, ai miei “interessi” in artificioso contrasto con l’immensa fortuna del 50% dell’Utile Lordo del Parco che quel gran benefattore del Montorsi non vede l’ora di scucire in favore del Comune di Girifalco e della sua Comunità.

    50% dell’Utile Lordo? Bella cifra, no?

    Bellissima, Montorsi l’ha anche ribadita in TV a Rainews24, aggiungendovi le tasse quindi la beneficienza per lo stato: un parco beneficienza. Immediatamente ho avuto le lacrimucce agli occhi, poi però non stavo nei panni per la gioia di averglielo sentito, per così dire, consolidare, fra due opzioni, a mezzo televisione.

    Cosa c’è di male?

    E lei vuole che glielo dica in questa sede? Non è che poi si vuole perdere il processo?

    Facciamo così: lei ha un locale da adibire a negozio?

    Facciamo finta di si…

    Bene. Me lo dia in affitto, ci faccio un bel negozio di lusso; io le darò il 50% di quanto in cifre assolute di bilancio arriverò a qualificare “Utile Lordo”… Ovviamente la vera questione è un’altra ed è di tenore tutt’altro che ironico. Silent, please! Si vuole perdere il processo? (ride).

    No, no. Prosegua allora…

    Bene. Tornando al punto della torre C2, per la prima volta dall’autore del posizionamento delle torri, dunque per interpretazione autentica, scopriamo che per “miei interessi” (il che è, per legge, tautologico) egli pensa alla torre C2 ed a quel terreno.

    Non direttamente occupato ma solo lambito dalla torre, con l’aggiunta però, rilevantissima, che sul mio terreno crea un’area interdittiva pari ai 500 mt. dal raggio della punta dell’elica, giusto i 500 mt. che sulle mappe catastali risultavano creati dalla falangetta di Siniscalco, involontariamente.

    Si. La seguo.

    Perché dunque quel fulmine di S. F. ce l’ha proprio e solo con il terreno interessato dalla torre C2 quando parla dei miei interessi?

    Se poi lei rimuove il profilo soggettivo che mi riguarda, guardando più in generale la questione di fondo: come mai si arriva a fare le proverbiali (e materiali) carte false per posizionare il parco eolico fra le case abitate pur avendo altri e ampi spazi a disposizione?

    Perché assumersi un rischio che con questo tipo di imprese – se così le vogliamo chiamare– è assolutamente fuori luogo ed inutile?

    È la prima domanda che chiunque, dall’esterno, si porrebbe vedendo questo mostro, l’unico mostro eolico al mondo, cresciuto attaccato all’area abitata di un paese di Girifalco, ed alle sue case abitate.

    Devono cercare vento, ovunque, il più possibile in punta di piedi perché conviene anzitutto proprio a loro, no?

    Cui prodest, visto che il vento (se solo di vento si trattasse) poteva essere captato in grandissima, maggiore quantità dove si voleva e senza disturbo nonostante le pinzellacchere espresse dall’imbarazzante Montorsi a Report (“Lo so che il parco è impattante, ma se volevo il vento solo lì potevo prendermelo”).

    Perché massacrare l’interesse di un intera comunità?

    Dunque cui prodest?

    La seguo sempre. Cui prodest?

    Dopo questa affermazione, affascinato dall’ingegno dell’ingegnere, torno a riguardare le mappe false, e soprattutto le case che la sua falangetta ha fatto scomparire da esse.

    Noto che la torre C2 è proprio quella che si accolla le maggiori attenzioni della falangetta che compie “errore di digitalizzazione”: attorno a questa torre “scompaiono” una quarantina di immobili su 90, quasi la metà del totale degli immobili scomparsi.

    Praticamente la falangetta Siniscalco ha desertificato in toto i 500 mt. che segnano il raggio della torre C2. Fra esse innumerevoli case abitate ed alcune case di residenza, prime case. Intere famiglie dentro.

    Ma ancora sul terreno interessato dalla torre C2, grazie al fulminaccio del Siniscalco F. mi torna in mente un episodio.

    Ad aprile del 2008 dei lavori di manutenzione ordinaria ai canali di scolo ai margini della strada che costeggia il fondo in questione, furono impiegati ad hoc per preparare un danno gravissimo al terreno.

    Si allestirono le cunette perché sia fatta confluire in un pozzetto di raccolta delle acque una quantità enorme di acqua piovana e di melma di risulta.

    Da tale pozzetto poi, tramite un vecchio sbocco inutilizzato da più di un secolo, circa 150 anni, ad uso oramai estinto, si ottiene che tale enorme quantità sfoci sul fondo interessato dalla torre C2.

    Ingegno ingegneristico pari all’elaborazione della scala falsa delle mappe, vero?

    In via normale sarebbe bastato incanalare l’acqua facendole seguire la naturale pendenza perché sfociasse in un fiume appena più a valle.

    Ma era l’opposto di quanto si aveva invece l’obiettivo di compiere: danneggiarmi e darmi un chiaro segnale intimidatorio.

    Lei non potrà mai immaginare quale fosse l’Ente che diede luogo ai lavori… (ebbene si): la Provincia di Catanzaro.

    Nello scambiare delle parole con gli operai sul posto, inoltre, mi fu detto che dietro la “manutenzione” c’era (indovini chi?)… le lascio la suspense.

    Seriamente. Taccio sulla questione giudiziaria generata da questo segmento e che riguarda oltre che il “nostro” anche altri soggetti, e su un provvedimento “sballato” (come dicono i giovani) scritto da un magistrato che attraversava, allora, un momento particolare della sua vita.

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