Il rapporto mio con Vincenzo è stato affettuoso, ma non ha mai conosciuto la profondità dell’amicizia. E non ci frequentavamo ormai da circa trent’anni.
Sapevo, però, di che tempra l’uomo fosse fatto e come fosse la sua voce all’interno della comunità e di quali sdegni egli fosse capace.
Tramite Facebook avevo inoltre il modo di seguirne ancora le incessanti battaglie – piccole o grandi -, le scelte o le antipatie politiche, gli studi sul dialetto. Cioè, ho continuato negli anni a sentirlo per molti aspetti mio simile e compagno di strada. Senza vederci.
E, durante la lotta contro la costruzione della discarica in località Battaglina, Vincenzo è stato un intelligente e leale sostenitore del movimento e del suo comitato: anche aprendo e gestendo allora una pagina che mai ha indebolito l’azione collettiva. Nel e accanto al movimento, e non per fini elettorali o personali, a differenza di tanti e parecchi.
In quei mesi ha in verità dimostrato che egli, che spesso conduceva le sue battaglie in solitudine, sapeva tuttavia l’importanza e la bellezza dell’avere un disegno e un sogno in comune con altri.
E quindi devo dire che la morte di quest’uomo è una perdita che ci riguarda, perché ci impoverisce: la sua inquietudine e il suo spirito polemico mancheranno e non solo al suo paese, ma alla nostra zona, fatta di realtà in cui domina l’acquiscenza e la remissività.
Egli mancherà di sicuro a me, che abito in questi luoghi che largamente diventano un deserto dei Tartari per i rari spiriti indipendenti e fanno terra bruciata attorno a chi pensa.
Guarda un po’, Vincenzo, la stranezza delle cose: proprio tu, fiero anticlericale, andandotene così presto ci hai combinato uno scherzo…da prete. Che non ci fa né sorridere, né ridere.
Vincenzo Giampà e noi
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Se Vincenzo commuove e lascia profonda traccia in animi sensibili, significa che ci accompagna ancora.
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