I soldati mesti di Eschilo


Nell’Agamennone l’araldo torna da Troia e racconta una guerra senza gloria e colma di tormenti: è come se di nuovo si sentisse la parola critica del vecchio Tersite, violentemente messo a tacere in Omero.

I giacigli erano sotto le mura dei nemici, e dal cielo e dalla terra le rugiade di prati bagnavano, senza posa rovina delle vesti, riempendoci di insetti i capelli.
E se uno dicesse l’inverno strage di uccelli, che la neve dell’Ida rendeva insopportabile? o la calura, quando senza vento il mare privo di onde cade e dorme nei giacigli meridiani?

Queste sono le voci che si dovrebbero far amare ai giovani: non il frastuono di asini, come Callimaco chiamerebbe il nulla imperante nella pessima scuola ciecamente voluta da chi ci governa.

© Margherita Faga

2 pensieri su “I soldati mesti di Eschilo

  1. Se cosa porta cosa, sindaco porta “sindaca”, senatore può portare anche “senatora”. Ma presidente non può portare “presidenta”, perché ministro, se porta forzatamente “ministra”, porta ad una gran brutta minestra, anzi un rancido e nauseabondo minestrone.
    Stai a vedere che – ironicamente parlando e con il massimo rispetto – Serratore (segatore), piacevole ed eufonico pseudonimo e adatto ai rudi boscaioli, può portare anche a “serratora”.
    Questa è la sublime visione linguistica delle ineffabili Laura, Maria Elena e Valeria, che dettano legge sull’uso della lingua italiana, ma dimenticano di dare spazio alla discussione feconda, tagliando i tempi, secondo gli equivochi auspicii del truce tiranno Giorgione, che può portare, volendo e forzando la mano, anche alle tre Gorgoni, almeno per quelli che sanno cosa siano e ne hanno timore.
    E che ci potevamo aspettare da costoro?
    “Pessima”, riferita alla scuola, diventa quasi un complimento!
    Il momento sarebbe ormai arrivato: rottamare i rottamatori necesse est!


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  2. In memoria di Tommaso Saraceno e a favore di tutti figli di Sem
    L’ideologia della razza ha origini antiche, ma trova legittimazione in Italia, con il decreto del 17 novembre 1938 che permise di scrivere alcune tra le pagine più scure della nostra storia. Nel 2000, il Parlamento italiano decise di istituire la giornata della memoria con una legge proposta da Furio Colombo, approvata all’unanimità. Scrive Colombo nella illustrazione della sua proposta di legge: «La Shoah non è soltanto la memoria di un immenso e meticoloso progetto di genocidio di tutto un popolo in tutta Europa. È memoria di un delitto italiano. Italiane sono le leggi razziali (tra le peggiori d’Europa) e italiane sono le firme di Mussolini e del re. Vittorio Emanuele di Savoia è stato il solo monarca d’Europa a firmare leggi di persecuzione contro i suoi cittadini».
    I Savoia morti tornano oggi in Italia grazie al governo in carica ed ai suoi ministri (tutti compresi).
    C’è chi pretenderebbe di portarli addirittura al Pantheon … Mah!


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