Come col lebbroso


Lamezia Terme è in questi giorni un cantiere: si fa bella per il papa, il quale sarebbe un bene ed un fatto evangelico e cristiano che invece vedesse le nostre piaghe tutte e si piegasse verso esse con coraggio e con pietas, come Cristo fece con il lebbroso. Che vedesse le strade pencolanti, la ferocia del potere, l’illegalità, la nostra violenza, la solitudine e la disperazione.
Santità, siamo peggio di come le appariremo. Non guardi le vacche grasse che durante le visite dei potenti noi siamo soliti portare in giro per l’intera Calabria. Non sia un Fanfani qualunque ammaliato durante la sua visita dalle menzogne, sia al contrario compassionevole alla maniera di Gesù e non chiuda gli occhi di fronte alla nostra lebbra. La osservi con fermezza e come un profeta lanci un urlo di sdegno, in questo deserto che è la Calabria! Ci scruti nella nostra verità, anche se ci abbelliremo e non mostreremo le ulcere ed i bubboni.
In realtà lei il giorno della sua venuta non ci vedrà e noi, che danziamo sempre sui nostri mali, a differenza del lebbroso non la supplicheremo dicendo: Signore, se vuoi, tu puoi mondarmi!

Il gran pavese di una scuola lametina

© Margherita Faga

 

5 pensieri su “Come col lebbroso

  1. Un’altra sacrosanta invettiva contro l’ipocrisia dei conterranei e il commercio di cose sacre. Il linguaggio ricorda quello dei profeti della Bibbia o di padre Davide Turoldo; importante messaggio educativo da leggere nelle scuole cortalesi, per creare una generazione migliore di quelle attuali.
    All’attenzione degli assessori alla cultura, alla P.I. e allo sport. Ma anche del monsignor parroco di Cortale.

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  2. Ecco, i soliti mangiapreti con la puzza sotto il naso, sempre pronti a dir male della chiesa e dei suoi vescovi. Per carità, liberissimi di pensarlo, ma abbiate almeno il coraggio di manifestare i pensieri maligni che albergano nelle vostre deboli menti: sarebbe stato meglio se il Santo Padre fosse rimasto a Roma, mentre della nostra Santa Croce, la quale campeggerà enorme e spendente sul palco della manifestazione, non sapete che farci.
    Prego per voi, poveri miscredenti!

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  3. E bravo il Devoto cortalese che chiamava miscredenti chi non faceva parte della sua miserrima setta.
    Figuriamoci se può intendere un accorato appello a lenire le piaghe dell’umanità sofferente.
    Ti prego, chiunque tu sia, non ti affliggere a pregare per quelli che tu definisci mangiapreti, appropriandoti indegnamente della Santa Croce.
    Ma va, forza vai, a “spendere” e spandere l’olezzo dei tuoi trenta denari, chè non sei all’altezza del profumo del Cristo di Nazareth!
    Ricordati sempre che “Vale più l’obolo della vedova che l’oro superfluo del ricco …”
    Tantum Ergo Sacramentum !
    Orate, Frates!

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